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La Filosofia post Kantiana .....
sabato 23 luglio 2022, di
PILLOLE DI FILOSOFIA: IL dOPO KANT
Forse, come dicono alcuni, l’andare oltre alla metafisica, visto questo andare come orizzonte valutativo, ha anche avuto un riscontro pratico. L’avere ricondotto i fatti alle sole interpretazioni del mondo, ci ha portati al Populismo e anche all’autoritarismo? Insomma questa operazione che avrebbe dovuto emancipare il mondo , poi alla fine sembra abbia fatto altro? Però si può anche affermare che la realtà rimane quella che é e resta dove sta, indifferente alle nostre teorie e contorsioni di pensiero, anche se sono sensibili al global warming , ai cambiamenti climatici. E’ però possibile che si siano fatte contorsioni inutili di pensiero. La realtà non é mai sparita. L’essere non é mai stato sovrastato dal sapere e neppure il sapere é mai stato sovrastato dalle volere. In effetti si deve arrivare al passaggio dal realtivismo eremeneutico, dal tutto é degrado e annullamento dei valori, ad un oggettivismo realistico, basato su un universo benevolo , come dire se una persona vive secondo morale fra le leggi dell’universo, di certo avrà migliore vita . Anche se poi quello che si propone é un passaggio dal relativismo eremeneutico ad un oggettivismo realistico. Oggettività e realtà che l’ermeneutica radicale considera come principi di violenza e sopraffazione e alla fine sono essi stessi la tutela nei confronti dell’arbitrio. Insomma
la filosofia, ogni filosofia, non è mai disgiunta da un determinato modo di atteggiarsi e di essere. In concreto, abbandonare le idee della verità e della realtà, affermare che le interpretazioni sono tutte ugualmente legittime, ha significato affermare che i fatti sono semplicemente il risultato delle interpretazioni che, per gioco o convenienza, ci sembrano più efficaci. Un po’ come fare carnevale il mondo. Forse il Populismo di oggi, i populisti costruiscono il loro potere su questa inconsistenza fattuale, spesso spacciando per verità qualcosa che della verità conserva solo la coerenza formale e che ha forse un suo nome ben preciso: il sofisma. Insomma a Pisa diano: "ma ’osa stai a raccontà, o smettila". Parafrasando Nietzsche possiamo dire che “il mondo vero è diventato favola”. E quindi spettrale, come dire: il risultato pratico del postmoderno è l’irrilevanza e l’indifferentismo teorico, ma alla fine anche morale, per le cose del mondo considerate come pedine di un gioco leggero. Forse si può collegare con ragione il cinismo e l’indifferentismo morale, o meglio il populismo demagogico, di questi nostri ultimi anni, al processo di spettralizzazione, cioè della perdita del Principio di realtà. In Italia il Berlusconismo, politico ma anche culturale, così come la nuova formula dei Pentastellati e questo sia detto col massimo distacco valutativo possibile, sarebbe l’esito perverso e non voluto del pensiero debole ,che è tutt’uno con l’indebolimento del pensiero. Si tratta di un’interpretazione che può avere, una sua plausibilità, anche se in verità andrebbe ripulita da alcune possibili estremizzazioni di pensiero. Da una parte andrebbe infatti detto che il postmoderno è stato anche altro: nella sua genesi ha rappresentato anche una giusta reazione alle ideocrazie novecentesche; dall’altro, lo stesso populismo dei nostri giorni, mettendo radice anche in qualche bisogno reale di fronte a cui il pensiero e la democrazia classica si sono trovate impreparate, andrebbe pensato più a fondo oltre a essere giustamente combattuto anzi andrebbe pensato meglio, per meglio combatterlo. La realtà dunque è sempre più complicata di quanto le nostre necessarie semplificazioni permettano di cogliere E può anche succedere che, in buona fede, alcuni postmoderni abbiano creduto di stare per compiere un’operazione in senso lato etica. Anche...
Alla fine l’avere combattuto la Metafisica ha aiutato la conoscenza umana forse ad una buona crescita scientifica, ma non sempre e creato mera superficialità, su tutto il resto? E’ possibile sia vero questo
ECCO COSA DICEVA HEGEL A QUESTO PROPOSITO
"La separazione della realtà dall’idea è specialmente cara all’intelletto , che tiene i sogni delle sue astrazioni per alcunché di verace, ed è tutto gonfio del suo dover essere, che anche nel campo politico va predicando assai volentieri; quasi che il mondo aspettasse quei dettami per apprendere come deve essere ma non è; che, se poi fosse come deve essere, dove se ne andrebbe la saccenteria di quel dovere essere? "
ASTIANATTE