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PITAGORA

venerdì 12 novembre 2021, di Tobagi Admin

Pillole di filosofia PITAGORA

Pitagora nacque a Samo, probabilmente nel 571-570 a.C. Giunse in Italia nel 532-531 e morì attorno al 490 a.C. a Metaponto.
A Crotone fondò una scuola che fu anche una setta religiosa e politica, spesso assumendo il potere ed esercitandolo in senso aristocratico. La setta dei pitagorici praticava regole ascetiche e la comunione dei beni.
Quando nella Magna Grecia nacque un movimento democratico che distrusse le istituzioni aristocratiche fondate dai pitagorici, questi ultimi furono massacrati o costretti a fuggire e a trovare riparo al di fuori della Magna Grecia, e le sedi delle scuole furono incendiate. Alla setta partecipavano anche le donne . Restavano rigorosamente nubili e i loro beni terreni ( come detto sopra)erano messi a disposizione della setta. I Pitagorici credevano nella rincarnazione dell’Anima e anticiparono in qualche maniera il Buddismo di tanti secoli. Il maestro non ha lasciato quasi niente di scritto . La base filosofica era comunque la matematica e dai numeri partiva e viveva l’universo conosciuto all’epoca , quello del sistema solare un po’ ridotto. Fu il precursore , ancorché solo intuitivamente, dell’eliocentrismo, ppooi sostenuto da Aristarco di Samo, affermando che i corpi celesti conosciuti di fatto orbitavano tutti intorno ad un solo punto dell’universo. Riguardo al teorema che ha avuto il suo nome , di fatto non fu lui a pensarlo , ma proveniva dal popolo babilonese . Pitagora ne trovò le soluzioni e le applicazioni geometriche. Fu un uomo colto e un grande pensatore . Credeva una società se non oligarchica , di certo non aperta alle volontà di chiunque, ma a quelle dettate e provenienti dallo studio e dalle conoscenze culturali e sociali dell’epoca. Insomma una elite al governo a dettare le leggi e le regole. Anche Platone del resto nella sua “ repubblica “ più o meno disse le medesime cose. Il suo pensiero ha avuto enorme importanza per lo sviluppo della scienza occidentale, avendo per primo intuito l’efficacia della matematica per descrivere il mondo[1]. Le sue dottrine segnerebbero la nascita di una riflessione improntata all’amore per la conoscenza. La scuola a lui intitolata fu il crogiolo nel cui ambito si svilupparono molte conoscenze, in particolare quelle matematiche e le sue applicazioni. Essendo poi scoppiata una rivolta dei democratici contro il partito aristocratico pitagorico, la casa dove si erano riuniti gli esponenti più importanti della setta fu incendiata. Si salvarono in pochissimi.. Secondo una versione, Pitagora prima della sommossa si era ritirato a Metaponto, dove morì. Secondo altri invece casualmente era assente alla riunione nella casa incendiata e quindi riuscì a salvarsi fuggendo prima a Locri, quindi a Taranto e da lì a Metaponto dove morì[. A questo riguardo Porfirio (232-305 d.C.) scrisse: «Si dice che Pitagora abbia trovato la morte nella comunità di Metaponto, dopo essersi rifugiato nel piccolo tempio dedicato alle Muse, dove rimase quaranta giorni privo del necessario per vivere. Di certo, se fosse vissuto nel nostro tempo sarebbe stato insignito del premio Nobel per le ricerche e le applicazioni matematiche