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L’INNO D’ITALIA E BOSSI
giovedì 21 agosto 2008, di
Eg.Direttore,
dopo le
esternazioni e i gesti del Ministro Bossi sull’inno D’Italia
e il
ricordo del medesimo della canzone del Piave, vorrei fare alcune
riflessioni.
E’ ovvio che il Ministro Bossi non può ogni volta
denigrare e
offendere i simboli del nostro Stato, soprattutto se lo
fa nelle vesti
di Ministro. Riguardo poi alla canzone del Piave, che
tanti italiani
hanno cantato durante la prima guerra mondiale, che
vide il nostro
paese e i nostri giovani in prima linea contro
l’allora nemico
austriaco, e che fu la canzone principe di quegli
anni, è stata ed è
tutt’oggi uno dei simboli massimi della nostra
Nazione. Nessuno però
ha mai pensato di negare l’ufficialità
dell’inno di Mameli, tanto meno
il generalissimo A. Diaz, vero
vincitore della prima guerra mondiale.
Il generale Diaz poco tempo
dopo il primo conflitto mondiale, si
trovava col proprio stato
maggiore in treno di ritorno da Conegliano
veneto. Ad un certo punto
il rumore del treno sui binari cambiò. Egli
allora scattò
sull’attenti e disse a voce alta: "signori, il Piave".
L’inno di
Mameli però è stato per loro ieri e per noi oggi il nostro
inno
nazionale e così dovrà esserlo per il futuro.
La canzone dl Piave è
importante farla conoscere ai nostri giovani,
così come la storia che
porta con sè. E’ la storia di migliaia di
ragazzi morti per la patria
e quel saluto del generalissmo Diaz sta lì
a dimostrarlo. Grazie