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RACCONTO NOIR
Per il Tirreno
mercoledì 29 novembre 2006, di
raimondo pistoia ha scritto:
29 Novembre, 2006 15:04
………. Scappai dall’appartamento stravolto e scioccato. Era notte fonda, l’umidità dell’aria impolpava i vestiti. Una flebile luna irraggiava qua e là le strade cittadine. Sudavo copiosamente, nonostante la temperatura non fosse poi così alta. In mano stringevo quel pugnaletto, che d’istinto avevo impugnato per difendermi. Cosa mi accadrà adesso? Già la mia vicina mi ha chiamato assassino, come avessi ucciso qualcuno! ma tu guarda in che guaio mi trovo! Esco dal lavoro stanco per l’ora tarda e cosa trovo in casa? Una donna moribonda nella vasca della mia casa. Tante foto che ci ritraggono insieme, come fossimo davvero marito e moglie. Questa cosa ha dell’incredibile ed è capitata proprio a me. Adesso cosa faccio? non ho niente per coprirmi. Ho lasciato tutto in casa nella fretta per uscire. La macchina è in garage. Ho con me pochissimi soldi e un bancomat con conto quasi scoperto. chissà forse a quest’ora la polizia starà facendo i rilievi e già il mio nome e la mia fota circoleranno con le volanti. Senti….. una sirena….. saranno loro a cercarmi sicuramente. devo trovare una soluzione a questo stato di cose al più presto. Che fare dunque? Tornare in ufficio di cui ho ancora le chiavi?. Ma… per la notte potrebbe andare, ma alle prime luci dell’alba devo assolutamente andare via dalla città. Mi guardo intorno con sospetto ed entro in azienda. Ho lavorato quì per tanti anni. In fondo sono sempre stato un impiegato modello, un bravo ragioniere. pensavo fra me, quasi a giustificare questa azione. Accesi la lampada della scrivania e con il viso appoggiato ai palmi delle mani e gli occhi rivolti al buio della stanza, ritornai col pensiero ai fatti che mi erano accaduti durante quelle ore. Ma cosa sarà mai successo. Chi mai sarà stata quella donna morente nella mia vasca da bagno. Chi l’avrà colpita. Perchè mai proprio a casa mia. Adesso mi arresteranno. Troveranno quella specie di pugnale. Ce l’ho ancora con me. Non me ne sono neanche disfatto. Perchè poi avrei dovuto farlo, visto che non ho fatto niente? Suonano. Sono loro. I poliziotti. vengono ad arrestarmi. Mi porteanno nel carcere cittadino in attesa che il Magistrato di turno mi interroghi sui fatti accaduti. ma cosa ho da dirgli io che non so niente? Come farò a farglielo capire? Drin… Drin… E dai con il campanello. cosa devo fare, non mi resta che aprire. Così godrò le ultime ore della notte in compagnia di secondini e carcerati. La vedo già quella cella. Piccola e stretta. Con una finestrella inferrata. Tanta vernice lucida sulle pareti. Un piccolo lavandino. un fornelletto. Un lettuccio a castello e tanta pena. Drin…, Drin….. Ragioniere, c’è lei dentro, per favore apra la porta! Bum…Bum.. Bum… Colpi di mano sul portone. ragioniere apra è tardi. Ho lasciato le chiavi a casa , sono l’addetto alle pulizie!. Mi svegliai di soprassalto e dissi: sono innocente!