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DAL DE INFINITO UNIVERSO ET MUNDI DI GIORDANO BRUNO AL NOSTRO TEMPO
venerdì 14 gennaio 2022, di
UNA PILLOLA PER IL FUTURO
DAL "DE INFINITO UNIVERSO ET MUNDI" PENSATO DA GIORDANO BRUNO AL NOSTRO TEMPO...
Dallo studio del cosmo a quello delle particelle subatomiche, le teorie più convincenti ci portano a pensare che il nostro universo sia solo una goccia in un mare di altri universi. Fino a poco tempo fa i fisici erano riluttanti ad accettare l’idea del “multi universo”, ma le ultime scoperte nel campo della cosmologia, della teoria delle stringhe e della meccanica quantistica sembrano avergli fatto cambiare idea. Oggi sembra che i ricercatori trattino questo argomento di universi paralleli come se fossero una realtà acquisita. Vogliono per esempio comprendere perché le leggi fisiche che reggono il nostro universo sono compatibili con l’esistenza delle galassie , delle stelle dei pianeti e di tutto ciò che caratterizza la nostra conoscenza scientifica, compresi noi medesimi. Allora piuttosto che fare appello a Dio o al caso , alcuni affermano che la nostra stessa esistenza stabilisce dei parametri ma anche delle leggi che ci portano a pensare l’esistenza di altri universi. Partendo da questo presupposto dunque la scienza va a proseguire con proprie teorie dallo studio del cosmo nel proprio insieme.
Sono diverse però le teorie che conducono ad immaginare una realtà cosmica con molti universi. Da quella standard che ne prevede una quantità infinita comprensiva di
un’altra infinità di mondi, in cui di certo il nostro doppio sta a leggere questo nostro scritto e si chiede se davvero esiste un’altra realtà di se stesso. Allo stesso tempo, per la meccanica quantistica, il nostro universo è solo un fiocco di neve in un a bufera di universi paralleli. Già il premio Nobel per la fisica Steven Weinberg aveva previsto che se l’universo poteva generare galassie con tutti gli annessi e i connessi , ivi compresi stelle , pianeti ed essere umani ad osservare, la quantità di energia oscura necessaria a questo compito doveva stare nei limiti della nostra possibilità di essere qui a misurarla. Insomma Weinberg aveva previsto una piccola costante cosmologica positiva ed è riuscito a calcolarla. In sostanza aveva applicato al multi universo il principio antropico. Con la scoperta della costante cosmologica di Weinberg si dimostra che viviamo in una realtà multi universale. Infine, Tutti i fisici riconoscono che la meccanica quantistica funziona perfettamente. Per esempio, può essere usata per calcolare un valore per il momento magnetico dell’elettrone che corrisponde quasi perfettamente al valore ottenuto con le misurazioni. Ma gli scienziati devono ancora mettersi d’accordo sul significato di questi valori. Nel regno dei quanti le particelle non esistono come entità discrete e osservabili, ma come “onde di probabilità”. L’evoluzione di queste onde permette ai fisici di fare ipotesi su come gli elettroni avvolgono l’atomo o su come quark e gluoni interagiscono tra loro.
Reali come i dinosauri
La questione più importante è cosa succede all’onda di probabilità di un oggetto – alla sua funzione d’onda – quando qualcuno la misura. Niels Bohr, uno dei fondatori della meccanica quantistica, sosteneva che durante l’osservazione la funzione d’onda collassa e fa apparire la particella in un particolare spazio-tempo.
Secondo Bohr, questo spiega perché vediamo solo una delle infinite possibilità contenute nella funzione d’onda. Ma la sua posizione è stata a lungo criticata perché implica che nulla diventi realtà fino a che qualcuno non lo osserva. Negli anni cinquanta questa considerazione spinse Hugh Everett, che all’epoca si stava specializzando a Princeton, a cercare di vedere cosa sarebbe successo mettendo da parte la tesi di Bohr. Quando immaginò che la funzione d’onda rimanesse tale, come dicevano i calcoli matematici della teoria dei quanti, Everett arrivò a una conclusione ancora più sorprendente. La sua teoria, nota come interpretazione dei molti mondi, prevede l’esistenza di un gran numero di universi paralleli al nostro in cui si realizzano tutte le possibilità.
Quanto sono reali questi mondi paralleli? Quanto i dinosauri, dice David Deutsch, un fisico dell’università di Oxford. “Noi vediamo solo i fossili ma i dinosauri sono l’unica spiegazione per quei reperti”, dice. “L’esistenza di molti mondi è l’unica spiegazione razionale dei fenomeni quantistici che osserviamo. Secondo me è valida quanto quella dei dinosauri”. Alla Fine le convinzioni Bruniane di infiniti mondi in infiniti universi cominciano ad avere le gambe per camminare verso il futuro
Astianatte