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MARSILIO FICINO E IL TIMEO
lunedì 11 ottobre 2021, di
I NEOPLATONICI E LA NASCITA DELLA FILOSOFIA DELLA SCIENZA?
IL platonismo rinascimentale ha svolto un ruolo complesso nella nascita della scienza moderna. Esso ha dato un contribuito interessante, anche se effimero, a quelle che successivamente sono state definite scienze fisiche, come l’astronomia, la cosmologia e la fisica, nonché alle diverse branche della medicina. Ha inoltre contribuito, in modo rilevante, a dare una collocazione ancorché critica all’astrologia, che poi divenne pseudoscienza. Ha dato spazio, così come sulla Repubblica di Platone, allo studio di problemi di scienza sociale come, per esempio, la teoria del controllo della popolazione e la teoria dei cicli nella vita dello stato e della politica. Ha discusso in modo scientifico ma soprattutto ha posto in primo piano il Timeo con il suo grande mito cosmogonico del demiurgo, da un lato, e con i suoi triangoli e i suoi elementi di rapporti pitagorici e di teoria armonica, dall’altro. Così che le speculazioni anche di carattere epidemiologico e astrologiche che furono fatte da Ficino ed altri, nel Rinascimento si misero in qualche maniera in sintonia con la scienza che venne a svilupparsi nel futuro. Infatti furono affrontate questioni essenziali che collocano Ficino lungo la linea del platonismo fino a Kepler e Newton. Una delle questioni che interessavano maggiormente i filosofi ionici dell’Antichità consisteva nel problema del principio fondamentale della natura delle cose: era forse l’acqua di Talete, l’aria divina o vapore di Anassimene oppure l’illimitato di Anassimandro? Ancora più avvincente appariva il problema di determinare la disposizione e la struttura fondamentale di questo principio: era retto dall’amore e dall’odio di Empedocle o dal perpetuo flusso di Eraclito, o, ancora, dall’essere inalterabile di Parmenide e degli eleati? Per i platonici del Rinascimento gran parte di questo dibattito, che si può pensare come un prodotto dei nascenti interessi scientifici dei filosofi della Natura dell’antica Mileto e di altre città ioniche, era stato anticipato, anzi articolato, da poeti come Esiodo e Orfeo per esempio negli negli Inni, dato che proprio i poeti erano stati i maestri di coloro che oggi consideriamo i primi filosofi della Natura. Questa discussione era stata poi dominata da Platone, i cui argomenti derivavano a loro volta da Pitagora e da altri saggi; un Platone che essi avrebbero voluto conciliare con la tradizione dettata da Mosè. Non fu però così. Infatti Ficino e la sua interpretazione del grande testo cosmologico della tradizione occidentale, il Timeo, produce le sue più importanti speculazioni sulla scienza della Natura. Altri nel Medioevo avevano cercato con scarsi risultati, di conciliare il Timeo sia con le loro concezioni della natura sia con la teologia dello Spirito Santo, con l’immanente amore di Dio per le sue creature. I loro tentativi avevano però più volte rasentato, persino l’eresia. Ficino riprese probabilmente alcune delle loro idee, ma la sua conoscenza era di gran lunga superiore alla loro, presumibilmente perché egli era, forse , il primo studioso dell’Antichità sufficientemente erudito per comprendere alla perfezione il materiale contenuto nel difficile commentario al Timeo di Proclo e quindi in grado di superare l’interpretazione tipicamente medio platonica di Calcidio di questo dialogo . Ficino fu l’ unico umanista nel Quattrocento ad affrontare nell’insieme il testo più autorevole e, allo stesso tempo, più pitagorico di Platone, egli divenne così anche il principale teorico della metafisica vitalistica esposta in questo dialogo e quindi della fisica, dell’astronomia e della cosmologia che derivavano e corrispondevano a questa concezione. L’interpretazione rinascimentale del Timeo si identifica così con quella neoplatonica di Ficino.Marsilio Ficino giunse a ritenere, basandosi sui miti narrati in dialoghi come, per esempio, il Politico e la Repubblica, che Platone pensava che il mondo avrebbe avuto una fine, mentre è più probabile che Platone credesse nell’eternità del mondo e in un concetto ciclico di tempo. Platone poi afferma " dobbiamo dire che il mondo è un essere vivente, dotato di anima e di intelligenza, veramente generato dalla provvidenza di Dio " Tuttavia secondo i neoplatonici, Platone ebbe ad introdurre svariate e sottili elaborazioni matematiche, che andavano oltre la visione di un universo come " vivente unico, avente in se tutti i viventi che per natura gli sono affini". Timeo infatti vede nella natura e nei suoi quattro elementi una proporzione sempre uguale. Come dire: come il fuoco sta all’aria così l’aria sta all’acqua e come l’aria sta all’acqua così l’acqua sta alla terra. Cosi che il mondo "stava in intimo collegamento. Da questo breve percorso di critica e studio del Timeo di Platone prodotto da Ficino si può affermare che in qualche maniera i primi approcci di filosofia della scienza li abbiamo a partire anche dal Rinascimento, nel periodo di studio, di lavoro e di critica delle opere di Platone da parte di Marsilio Ficino .Dunque il cosmo platonico origina da questo rapporto, e da questa azione del Demiurgo, che agisce in quanto buono e amante del Bene. Egli è come uno scultore che prende marmo in-forme e, mirando al regno delle idee, gli dà forma.
MA SECONDO IL TIMEO DI PLATONE COM’E’ QUESTO COSMO ?
Come è questo cosmo? Anzitutto è un magnum animal, un immenso organismo animato, vivente dotato di un’anima, l’anima mundi (che precede ontologicamente il mondo, che costituisce il suo corpo); in secondo luogo è vivificato dagli astri, “dei visibili“, in un certo senso aiutanti, coadiutori del Demiurgo nella formazione e nel governo del cosmo.Il quale è circolare, sferico (il cerchio è la figura geometrica perfetta), ruota, ed è composto dai 4 elementi, ordinati grazie ai numeri (si parla di pitagorismo platonico, in quanto la matematica diventa “la sintassi del mondo”).La materia è vista negativamente, come eterna, e come causa di ciò che vi è di male nell’Universo. La Terra, sferica, è al centro, ed è immobile (geocentrismo* ed immobilità della Terra).
Il Medioevo amerà molto il Timeo platonico, che sarà una delle letture preferite anche del premio Nobel per la Fisica Werner Heisenberg, nel Novecento, in quanto contiene alcune idee destinate a successo:-l’idea di una Mente ordinatrice; l’idea secondo cui questo ordine è visibile nella struttura matematica del mondo; l’idea per cui dalle cose si può in qualche modo risalire, almeno in parte, al Demiurgo plasmatore. Queste idee le troveremo anche nella grande scienza moderna, da Galilei, a Keplero… E furono anche nelle profonde attenzioni di Marsilio Ficino, filosofo fiorentino, fra i fondatori del neoplatonismo rinascimentale.
Frase celebre di Marsilio Ficino:
" La natura della bellezza non può essere corpo. ... "