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GIOVANNI GENTILE
mercoledì 18 agosto 2021, di
GIOVANNI GENTILE FILOSOFO IDEALISTA DEL XX° SECOLO PADRE DELL’ATTUALISMO
Come riassumere in pillole la complessità della filosofia di Gentile e’ cosa ardua . Vediamo:
Arte, Religione , Filosofia è la triade dialettica che si sviluppa nella Tesi -antitesi e sintesi della sua Filosofia.
ARTE (tesi ) : è l’inizio della autoproduzione dello Spirito, considerato come soggettività immediata od anche individualià immediata dello spirito. Gentile coferma la concezione romantica dell’arte, come puro sentimento, ma non la accetta come mediazione del sentimento, bensì il sentimento stesso. La vede Forza attiva dello Spirito che contiene tutto al suo principio ( in potenza).L’arte poi , secondo Gentile, non va distinta dalle altre forme della creatività umana, ma le comprende tutte. Infine il sentimento, nucleo dell’arte, verrà sempre più rivalutato da Gentile al punto da dire che esso non è solo potenzialità del pensiero in atto, ma infinita energia creatrice che muove il pensiero stesso, e quindi la realtà.L’arte non va distinta inoltre dalle altre forme della creatività umana , ma tutte le comprende E il sentimento, in quanto nucleo dell’arte, verrà sempre più rivalutato da Gentile al punto da dire che esso non è solo potenzialità del pensiero in atto, bensì infinita energia creatrice che muove il pensiero stesso, e quindi il mondo, la realtà. Ergo: il Pensiero è il mondo intero. Però la spiegazione, la geografia, che regge con forza questo mondo in cui si vive con gioia e sentimento, torna sempre in noi stessi e ci assicura che è ben fermo.
RELIGIONE ( antitesi ) : La religione è l’antitesi in quanto esaltazione dell’oggetto (Dio) e negazione del soggetto. Ma sia l’Arte che la Religione sono per Gentile posizioni astratte del pensiero, in quanto isolano soltanto un lato dell’atto concreto del pensare, la Soggettività o l’Oggettività.
FILOSOFIA ( sintesi ): il momento della sintesi è così rappresentato dalla filosofia, nella cui attualità si risolve la contraddizione di Arte e Religione pensati all’inizio come inattuali: questi si integrano simultaneamente nella Filosofia che li coglie non come momenti separati, ma nell’unicità dell’atto finale autocosciente.
Gentile riconosce nel cristianesimo l’inizio di questo processo di evoluzione dello spirito, perché ha sempre privilegiato l’intimità e la responsabilità del soggetto a partire dal dogma centrale dell’Uomo-Dio, che ricompone in unità la separazione tra spirito divino e spirito umano. INSOMMA DIO E’ DENTRO DI NOI ( EST DEUS IN NOBIS )
Si ritrova così l’autentica tradizione cristiana e Gentile si propone di rinnovare anche le istanze spiritualistiche del Risorgimento italiano, sottraendole al platonismo , in favore di una religiosità immanente che escluda ogni barriera tra sacro e profano, e nella quale ogni uomo ritrovi dentro di sé, e in ogni aspetto della propria vita, la concreta unità dello spirito. ( G.Bruno? )
Tra l’Arte e la Religione si trova la scienza, che condivide i limiti di entrambe senza partecipare della loro validità. Come l’arte, infatti, la scienza non si occupa dell’universale ma del particolare, e in tal senso è soggettiva. D’altra parte, trovandosi davanti un oggetto che essa ( la scienza ) non crea, la cui materialità si oppone all’attività dello spirito, pone quest’ultimo in una condizione di passività tipica della religione. La scienza poi è agnostica ( distaccata da tutto) , pronta a dire ignoramus, ma anche ignorabimus ( Ignoriamo ora ed anche in futuro), come fa la religione davanti a Dio che resta ignoto nel suo mistero. Ergo: la scienza secondo Gentile oscilla fra l’Arte e la Religione e non le unifica, come fa la Filosofia in nessuna sintesi superiore.Anziché comporre insieme la soggettività dell’arte con l’oggettività della religione, come fa la filosofia, la scienza rimane così al loro livello di astrazione, che non potrà essere superato se non nell’autocoscienza dell’atto spirituale, il solo dove convivono concretamente il soggetto e l’oggetto..Gentile respinge però l’accusa di «ostilità alla scienza», sostenendo anzi di condividere la volontà, propria di una mente scientifica, di oltrepassare nella pratica ogni limite venga ritenuto inviolabile dal pensiero, volontà che trova nella «fecondità» di una filosofia come quella attualista il suo fondamento. E poi con l’attualismo cade ogni limite alla libera creatività umana anche nella direzione scientifica e tecnica.
Etica e politica
Allora se il Divino é immanente all’umano, anche sul piano etico lo spirito va affermato non come vuota universalità che sopprima le individualità, ma come il concreto superamento degli interessi particolari, dentro un’eticità superiore che tutti li comprenda e al contempo li realizzi. Uno Stato dunque concepito da Gentile come un organismo vivente nel quale gli individui esprimono se stessi e scoprono la loro ragion d’essere; uno Stato che non si pone cioè come traguardo fisso e vincolante, ma inteso dinamicamente quale processo costante di integrazione e rinnovamento della vita spirituale, come quello che Gentile vedeva impersonato dal fascismo.
Una sua celebre frase :"Unico, vero, concreto, completo maestro dell’uomo è lo Spirito universale."
ASTIANATTE
GIOVANNI GENTILE FILOSOFO IDEALISTA DEL XX° SECOLO PADRE DELL’ATTUALISMO
Come riassumere in pillole la complessità della filosofia di Gentile e’ cosa ardua . Vediamo:
Arte, Religione , Filosofia è la triade dialettica che si sviluppa nella Tesi -antitesi e sintesi della sua Filosofia.
ARTE (tesi ) : è l’inizio della autoproduzione dello Spirito, considerato come soggettività immediata od anche individualià immediata dello spirito. Gentile coferma la concezione romantica dell’arte, come puro sentimento, ma non la accetta come mediazione del sentimento, bensì il sentimento stesso. La vede Forza attiva dello Spirito che contiene tutto al suo principio ( in potenza).L’arte poi , secondo Gentile, non va distinta dalle altre forme della creatività umana, ma le comprende tutte. Infine il sentimento, nucleo dell’arte, verrà sempre più rivalutato da Gentile al punto da dire che esso non è solo potenzialità del pensiero in atto, ma infinita energia creatrice che muove il pensiero stesso, e quindi la realtà.L’arte non va distinta inoltre dalle altre forme della creatività umana , ma tutte le comprende E il sentimento, in quanto nucleo dell’arte, verrà sempre più rivalutato da Gentile al punto da dire che esso non è solo potenzialità del pensiero in atto, bensì infinita energia creatrice che muove il pensiero stesso, e quindi il mondo, la realtà. Ergo: il Pensiero è il mondo intero. Però la spiegazione, la geografia, che regge con forza questo mondo in cui si vive con gioia e sentimento, torna sempre in noi stessi e ci assicura che è ben fermo.
RELIGIONE ( antitesi ) : La religione è l’antitesi in quanto esaltazione dell’oggetto (Dio) e negazione del soggetto. Ma sia l’Arte che la Religione sono per Gentile posizioni astratte del pensiero, in quanto isolano soltanto un lato dell’atto concreto del pensare, la Soggettività o l’Oggettività.
FILOSOFIA ( sintesi ): il momento della sintesi è così rappresentato dalla filosofia, nella cui attualità si risolve la contraddizione di Arte e Religione pensati all’inizio come inattuali: questi si integrano simultaneamente nella Filosofia che li coglie non come momenti separati, ma nell’unicità dell’atto finale autocosciente.
Gentile riconosce nel cristianesimo l’inizio di questo processo di evoluzione dello spirito, perché ha sempre privilegiato l’intimità e la responsabilità del soggetto a partire dal dogma centrale dell’Uomo-Dio, che ricompone in unità la separazione tra spirito divino e spirito umano. INSOMMA DIO E’ DENTRO DI NOI ( EST DEUS IN NOBIS )
Si ritrova così l’autentica tradizione cristiana e Gentile si propone di rinnovare anche le istanze spiritualistiche del Risorgimento italiano, sottraendole al platonismo , in favore di una religiosità immanente che escluda ogni barriera tra sacro e profano, e nella quale ogni uomo ritrovi dentro di sé, e in ogni aspetto della propria vita, la concreta unità dello spirito. ( G.Bruno? )
Tra l’Arte e la Religione si trova la scienza, che condivide i limiti di entrambe senza partecipare della loro validità. Come l’arte, infatti, la scienza non si occupa dell’universale ma del particolare, e in tal senso è soggettiva. D’altra parte, trovandosi davanti un oggetto che essa ( la scienza ) non crea, la cui materialità si oppone all’attività dello spirito, pone quest’ultimo in una condizione di passività tipica della religione. La scienza poi è agnostica ( distaccata da tutto) , pronta a dire ignoramus, ma anche ignorabimus ( Ignoriamo ora ed anche in futuro), come fa la religione davanti a Dio che resta ignoto nel suo mistero. Ergo: la scienza secondo Gentile oscilla fra l’Arte e la Religione e non le unifica, come fa la Filosofia in nessuna sintesi superiore.Anziché comporre insieme la soggettività dell’arte con l’oggettività della religione, come fa la filosofia, la scienza rimane così al loro livello di astrazione, che non potrà essere superato se non nell’autocoscienza dell’atto spirituale, il solo dove convivono concretamente il soggetto e l’oggetto..Gentile respinge però l’accusa di «ostilità alla scienza», sostenendo anzi di condividere la volontà, propria di una mente scientifica, di oltrepassare nella pratica ogni limite venga ritenuto inviolabile dal pensiero, volontà che trova nella «fecondità» di una filosofia come quella attualista il suo fondamento. E poi con l’attualismo cade ogni limite alla libera creatività umana anche nella direzione scientifica e tecnica.
Etica e politica
Allora se il Divino é immanente all’umano, anche sul piano etico lo spirito va affermato non come vuota universalità che sopprima le individualità, ma come il concreto superamento degli interessi particolari, dentro un’eticità superiore che tutti li comprenda e al contempo li realizzi. Uno Stato dunque concepito da Gentile come un organismo vivente nel quale gli individui esprimono se stessi e scoprono la loro ragion d’essere; uno Stato che non si pone cioè come traguardo fisso e vincolante, ma inteso dinamicamente quale processo costante di integrazione e rinnovamento della vita spirituale, come quello che Gentile vedeva impersonato dal fascismo.
Una sua celebre frase :"Unico, vero, concreto, completo maestro dell’uomo è lo Spirito universale."
ASTIANATTE
Frase celebre : “Pensare, dunque, è sempre filosofare.” “Agli altri infatti non si può comandare che servendoli.” “Gli uomini che ragionano sempre non fanno la storia.” “Tradurre, in verità, è la condizione d’ogni pensare e d’ogni apprendere.”
G. Gentile