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racconto breve

IL NOSTRO CERVELLO QUESTO SCONOSCIUTO

domenica 10 settembre 2017, di Tobagi Admin

Racconto breve

Il nostro cervello e le lingue parlate

Scrasch!!! Bouuum!, scivola l’auto ribaltata sull’asfalto rovente . Una grande botta in un albero ai margini della strada. Peeeeeeh peeeeeeeeh! Il claxon che suona a dismisura ininterrottamente. Inchioda un’auto… Apre a forza la portiera… Oddio ! respira ancora!!! Chiamiamo le ambulanze presto!!! Urlano le sirene… e via al più vicino ospedale. Dottore, come sta! È in coma… ha preso un bel colpo in testa e ha tante fratture in tutto il corpo: le braccia del medico si allargano sui fianchi, speriamo bene!!! Passano le ore .L’apprensione è pesante: non si sveglia dal coma… I medici ogni ora corrono al capezzale… La famiglia affranta attende sulle sedie sgangherate di un pronto soccorso….. dopo tante ore vengono chiamate con l’altorparlante. Corrono dai medici: allora? Dottore cosa accade? State buoni, s’è risvegliato dal coma, ma è in stato confusionale, parla in modo indecifrabile… ma, ma possiamo vederlo? Si, ma soltanto dalla vetrage divisoria. Franco, Franco come stai? Gridiamo da microfono, lui si volta e ci risponde con la mano e farfuglia parole in inglese dicendo che stava abbastanza bene , e un po’ indolenzito. Ci rivolgiamo all’infermiere che stava ad attendere e gli diciamo: guardi sta parlando inglese e lui non lo ha mai imparato da nessuno, a malapena parla l’Italiano!!! Lui ci guarda e fa una spalluccia. Poi va a dirlo al professore che stava passando lungo la corsia… Il professore corre subito da noi e ascolta il dialogo del malato , che aveva continuato a parlare in inglese ed ora anche in tedesco… io il Tedesco lo conosco bene ci disse il medico e mi pare che sia anche molto corretto e professionale: guardi professore , questo non ha mai saputo nessuna lingua straniera..! Cosa sarà accaduto lo vorremmo sapere anche noi! Nel frattempo il nostro paziente iniziò a parlare un’altra lingua e poi un’altra e tutti noi alla fine non comprendevamo più nulla..,. Dalle verifiche strumentali ci rendemmo conto che il paziente era tornato completamente in sè, e aveva ripreso ogni attività cerebrale . Furono staccati tutti i contatti della camera di controllo dei soggetti in coma e portato il paziente in una camera singola… Continuava a parlare e a rivolgersi ai familiari in svariate lingue straniere e si meravigliava del perché non rispondessero . Alla fine parlò loro in italiano e questi subito gli chiesero come potesse parlare tutte queste lingue , che lui non aveva mai studiato. Lui li guardò con stupore e poi rispose che non sapeva, ma che per lui queste lingue erano una sua conoscenza da sempre … Insomma quest’uomo aveva cominciato a parlare tutte le lingue del pianeta dopo aver preso un grande colpo in testa. I medici lo sottoposero ad ogni analisi del cervello. Lo analizzarono in ogni suo punto e non trovarono nulla di anomalo . Alla fine uno di essi, per caso scoprì che un angolo del cervello, un’area secondaria, , mai presa in considerazione dagli scienziati, faceva lampeggiare una spia luminosa, che avvertiva di qualcosa di nuovo o di anomalo. Guardi professore! Guardi qui! Il professore vide e trasalì per un attimo, si riprese e disse : fermiamo le immagini e ingrandiamo, voglio vederci chiaro. Dall’ingrandimento ci si accorse che quest’area del cervello, che mai aveva dato segni di attività in nessun paziente, ora pulsava di vita e scaricava fasci di energia sugli elettrodi . insomma era diventata attiva e dava al soggetto pensante tutte le coordinate per parlare l’intero linguaggio del pianeta. Ogni lingua parlata al mondo era di sua conoscenza e si affaticava a farlo comprendere a tutti coloro che gli stavano intorno. Il professore segnò con una matita a grande segno, l’area del cervello in questione. La fissò con una fotografia elettronica su di un monitor. Dopo di che sottopose un infermiere a lui vicino in quel momento ad una serie di analisi del cervello , per terminare con l’applicazione di due elettrodi al centro di quell’area scoperta , che pulsava nel cervello del paziente. Aprì una scarica elettrica e subito quella parte di cervello dell’infermiere iniziò ad attivarsi e a pulsare. Quando lo chiamarono e gli posero delle domande . Rispose in inglese, poi in tedesco, quindi in cinese, in russo… alla fine fu sollecitato a parlare in italiano e lui ubbidì… Ecco, disse il professore : non serve più studiare le lingue, abbiamo capito dove esse sono depositate.

RAIMONDO PISTOIA