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un brutto capitolo di storia
racconto breve
sabato 9 settembre 2017, di
Racconto breve
UN BRUTTO CAPITOLO DI STORIA
Brutto tempo stamattina , eppure le previsioni mettevano il sole.. Senti i tuoni come troneggiano nel cielo .Ora giù questo saetta m’è passata davanti al viso… Un forte rumore rimbomba nel cielo l’esplosione del tuono ha fatto tremare le finestre della case. Mannaggia! Questo è caduto qui vicino!!!! Via ora vedo se riesco ad arrivare indenne alla macchina e poi vado a lavoro… O mamma! Ho l’auto in mezzo ad un lago d’acqua! E ora come faccio? Mi rimbocco i pantaloni fino alle cavilgie e fra un balzo e l’altro arrivo alle portiere dell’auto… Apro e entro dentro.. MI guardo intorno e vedo che è tutto asciutto . Piove a dirotto o come si dice da queste parti a catinelle . Cerco di mettere in moto la macchina . Miracolo è partita! Ora però devo uscire da questo fiume d’acqua..Pian pianino mi muovo .. e alla fine riesco ad andare su una strada non allagata.. Bene ora posso respirare… Mi immetto sulla tangenziale, un nugolo di auto, camion pullman passano veloci alzando spruzzi d’acqua fino al cielo. I tuoni e i lampi mi accompagnano e la pioggia non accenna a finire… Alla fine giungo in ufficio. Buon giorno Professore…: ha visto che acqua stamani? Ho visto , ho visto. Ho fatto un po’ di ritardo ma con questo tempo!!!! Bene Signorina cosa c’è di nuovo stamani? Il giorno festivo ha calmato gli animi e dalle notizie che si hanno, sembra che le proteste si siano calmate: poi con queste piogge! Perché piove anche lassù? E’ , può essere , , L’Italia è completamente sotto l’acqua. Ma l’altra sera era la vedevo brutta . non sembrava che si giungesse presto alla calma! E’ vero professore, anche io sono un po’ scettica… Ecco il telefono che squilla , pronto, pronto , non sentiamo nulla! Ecco si ora un po’ meglio! Chi è che parla? Sono Alberto , Luisa, qui piove a dirotto , e gli animi sono molto caldi! Il professore c’è? Si te lo passo!. Professore è Alberto , sta chiamando da Bologna. Ciao Alberto allora come vanno le cose laggiù. Non bene , Professore, genti moltissime sotto la pioggia , arrabbiatissime che chiedono lavoro a viva voce . Questa città è al collasso. Le aziende hanno chiuso tutte o quasi e quelle aperte non pagano più gli stipendi e nemmeno le spese correnti riescono ad affrontare. Questo stato economico di Bologna sarà il preludio di ciò che accadrà in Italia fra poco… Si lo so e sono preoccupatissimo. Siamo usciti dall’Europa , pensando di farcela da soli, ma come era prevedibile siamo finiti in un disastro totale. Ma Il clima politico com’è? Niente, non v’è nessun clima . Qui ognuno si organizza in proprio e in proprio assume iniziative… Si mettono insieme gruppi di persone conoscenti e protestano, gridano, dicono di tutto , in modo disorganico e talvolta poco comprensibile… la situazione può degenerare da un momento all’altro… Ecc! ecco! Si muovono a gruppi urlanti, corrono all’impazzata. Ma verso dove? Non si comprende dove vogliano andare . A siiiih! Vanno verso i cancelli di una fabbrica !. ecco sono entrati , hanno rotto tutte le chiusure! E ora cosa fanno? Si sono fermati. Un signore anziano è salito su una catasta di lamiere e ha iniziato a parlare. “ lavoratori, Cittadini, Italiani, la situazione è di una gravità estrema. Chi oggi c’ha condotti in questa condizione deve dare le soluzioni! Questo paese sta collassando.” Qualcuno urla dalla folla : “ sono stati i Partiti, il Governo, noi non abbiamo colpe! “ L’uomo riprende la parola , dobbiamo andare a Roma e occupare tutte le sedi nazionali dello Stato.. “ Si, ma come c’arriviamo a Roma? I treni sono fermi tutti i mezzi pubblici da giorni non fanno servizio. Le auto private sono a secco di carburanti. Non si trova più nulla . Chi ci porta a Roma? “ Dobbiamo muoverci con i mezzi che abbiamo , in bicicletta e a piedi, ci arriveremo… Una infinita colonna di persone, donne ,uomini ,bambini, anziani,iniziano il percorso verso la capitale. Professore, professore, questi vanno a Roma a piedi!!! V’è silenzio sul telefono, poi la voce del professore si fa sentire, “ caro Alberto questi sono i risultati di chi ha predicato per anni l’uscita dall’Europa e il voler essere un paese non allineato. Vantando per L’Italia grandi risorse da patteggiare con gli altri Stati. Ecco oggi si muore di fame. Ma allora questi a Roma cosa vanno a fare? Nulla se non a prendere atto che L’Italia non è più uno Stato è soltanto una condizione geografica su una carta ormai ridotta a brandelli dal tempo e dalla pazzia. “ Ma non si può fare nulla? Si, si, una guerra contro i paesi benestanti, che non intendono aiutarci… Ci dobbiamo alleare col resto del mondo delle povertà, quelle povertà che bussavano alle nostre porte, quando noi eravamo ricchi. Ecco ora siamo come loro e con loro inizieremo la nostra lotta per la fame. Grazie amico mio, grazie, io sono vecchio e stanco … Oh guarda Alberto qui ha smesso di piovere , c’è il sole: almeno quello c’è rimasto in questo paese. Ma professore, professore! Cosa devo fare ora?......