Centro Walter Tobagi - Pisa

Home > News > UNA GRIGIA GIORNATA INVERNALE

UNA GRIGIA GIORNATA INVERNALE

Racconto breve

lunedì 31 luglio 2017, di Tobagi Admin

UNA GRIGIA GIORNATA INVERNALE
racconto breve
Oggi che si fa amico mio? Non so, una giornata questa assai complicata se poi vi si aggiunge anche il cattivo tempo , il freddo pungente e la noia , siamo a posto. Una domenica invernale assai grigia e cupa, senza né capo né coda , da cui dovremmo trarre qualcosa di utile , ma la vedo dura. Franco giù andiamo a fare una camminata in centro e godiamoci almeno al meglio la nostra bella città. Si, arrivo, mi metto una felpa, fa freddo. Guarda che bello inizia a nevicare...! Madonna ! sta crescendo d’intensi! E che bei fiocchi bianchi ! I marciapiedi si stavano imbiancando, guarda , siamo già a mezzo centimetro . incredibile in così poco tempo! Dai muoviamoci , corriamo un po’ sotto la neve. In meno di mezz’ora la città era tutta imbiancata, irriconoscibile, stupenda. Guarda i lungarni , i vicoli , Andrea , ma sono fantastici! Chissà come sarà il nostro Duomo . Andiamo su , andiamo a vedere! Oddio! Ma e’ un sogno! Guarda la torre, il battistero, la cattedrale: sono un sogno! I fiocchi di neve cadevano copiosi e la piazza si imbiancava senza sosta… Mi sedetti sullo scalino della fontana e cominciai pensare al passato, alle genti di Pisa. Alle loro gesta. Alla loro storia. Franco s’incamminò verso la cattedrale. D’un tratto un uomo ben vestito con un copricapo d’altri tempi e di un’altra epoca . Indossava un ampio mantello di velluto e di lato spuntava il fodero di una spada Signore , mi disse una bella nevicata vero? Eh si Risposi, per Pisa una cosa rara! Ma lei come è vestito? Dove ha trovato quelle robe! Mi toccò la felpa e i calzoni e il cappellino con tesa che portavo in testa. Ma che tessuti sono? Chi lavora queste cose? Ma lei non porta la spada? No , non saprei come adoperarla. Ma lei lo sa che oggi dobbiamo partire vero? No non lo so . però dov’è che si va? Venga,venga , venga con me. Mi condusse lungo l’Arno dove flotte di navigli di un’epoca davvero lontana, ondeggiava sulle acque. Comandante? Lo aspettavamo ! venga salga. Porto con me anche questo straniero. Salii sulla nave Ammiraglia o almeno pensai che così fosse. Combattenti ben armati, cannoncini a poppa e a prua . Vele issate e uomini pronti ai remi. Ma dove stiamo andando? Ad incontrare in mare i nostri nemici che si stanno avvicinando a Pisa.. Ma chi sono? Oggi sono vecchie conoscenze saracene , rispose e noi li affronteremo. La flotta nemica apparve all’orizzonte . Minacciosa e ben collocata in postazione da combattimento. Avanti ! tutti gli uomini ai remi ! Abbordiamoli appena possibile! Gli spari cominciarono a farsi sentire e i cannoni a sparare grandi palle di fuoco. Una, due , tre navi nemiche in grave difficoltà. Una affondata.. Due delle nostre mi parve di vedere fra il fumo degli spari e delle cannonate , colpite a morte. Il Comandante dava secchi ordini : accerchiamoli, ! via con quei remi! Forza! Aumentare i ritmi, forza sparate, non vi fermate! La giornata sarà nostra e la vittoria ci allieterà. La battaglia navale durò molte ore . Lo specchio di mare era strapieno di relitti, di uomini poggiati su tavole sparse nell’acqua . Un denso fumo si alzava dal mare a coprire ogni cosa. Al crepuscolo, le poche navi rimaste erano le nostre. Malconce ma vittoriose. L’intera flotta nemica era stata distrutta e con essa morto anche il loro comandante. Con le dieci o quindici imbarcazioni rimaste riprendemmo la via del ritorno , facendo salire a bordo via via che si incontravano nelle acque i superstiti finiti in mare, feriti ed esausti. Un silenzio di tomba ci accompagnò fino alle rive dell’arno, quando d’un tratto una folla di persone ci venne incontro urlante a gridarci Alla Vittoria! Alla vittoria! Poi uno squillo potente di trombe coprì le urla delle genti . Il Comandante scese dalla sua nave malconcia , mi indicò di seguirlo e insieme , fianco a fianco andammo alla cattedrale. Un bel prato bianco di neve parve volerci salutare , mentre l’Arcivescovo benediva la vittoria. La folla esultante d’un tratto tacque e il Prelato urlò spargendo acqua Santa da ogni parte : Io benedico questa vittoria , che oggi porta Pisa nella grandezza della storia. Andrea ? Andrea? , dai svegliati ! ha smesso di nevicare e fa freddo!. Io sono stato a messa e te vedo che ti sei appisolato! Oh Si Franco e ho fatto anche un bel sogno tutto vittorioso. Meno male! Almeno te hai vissuto una vittoria in questo periodo di grandi sconfitte.