SOGNO
Racconto Breve
mercoledì 14 giugno 2017, di
RACCONTO BREVE
SOGNO
La luna stasera e’ una grande palla di fuoco. Qualche nuvola le va incontro . La trafigge. Si rompe in mille rivoli di fumo, che si sparpagliano per i cieli di questa notte di primavera . Una lunga notte carica di notizie che si accavallano l’un l’altra . A volte senza senso , a volte incomprensibili, spesso inutili. Mettono bombe . minano le strade, gli alberghi, le case. vanno in giro col fucile a pompa, e sparano, sparano, a chi gli capita vicino. Morti per strada senza sapere il perché.. Oggi capita questo in un mondo di schizzati , che intendono far prevalere la loro furia di arrivare, non si sa bene dove. Bene , siamo dicono nel terzo millennio, dove si uccide magari nel nome di Dio, oppure lo si fa tanto per fare qualcosa. Ci si improvvisa tagliatori di teste e mentre le teste saltano fra gli schizzi copiosi di sangue si fanno le riprese video coi cellulari e si postano in ogni dove... Il pensiero corre lontano laggiù , quando tutto ebbe inizio e tutto prese a connotarsi nella modernità.. Anche all’epoca tante genti in giro per le piazze, le vie ’d’una Parigi scomposta, rumorosa, alla ricerca di una nuova collocazione nella storia.. Popolo arrabbiato urlante imbraccia forconi , bastoni spade e moschetti ad avancarica . Trasporta sui carretti i bambini piangenti i vecchi morenti. E urlano urlano tutti contro un potere che non vogliono più e gridano Libertà cittadino, libertà . E si issano le ghigliottine nelle piazze. s’irrompe alla Bastiglia. I boia fanno il duro lavoro del taglia teste... Parte la lama veloce come un guizzo di spada brilla alla luce tenue dei raggi di luna, S’ode un tonfo secco; una testa che cade nel cestone , che si riempie di sangue. Non si salva nessuno: tutti tagliano teste e chi taglia teste e condanna poi a sua volta è condannato. Me ne stavo li in disparte a guardare questo andirivieni di teste da mozzare e dopo trasportate in bella vista fra le genti: Una società drogata di violenza per la Libertà... Guardavo e cercavo in qualche maniera di comunicare, ma inutilmente insistevo a fare i numeri col mio cellulare. Niente nessuna linea . Nessun suono. Eppure mi chiedevo a voce alta , l’ho comprato l’altro ieri, è di ultima generazione..! D’un tratto giunge una giovane donna, magra, snella , con dei bei capelli neri lunghi , bellissima , con lo sguardo profondo, senza paure. Mi si avvicina e inizia a parlarmi, per mia fortuna era italiana, stava in quei giorni a Parigi per un incarico diplomatico. mamma mia ! lei mi comprende? si, si, sono italiano. Qui sta accadendo di tutto. La Monarchia è giunta alla resa dei conti e tutto si evolverà nel caos più totale. La osservai meglio , indossava una gonna di tessuto pesante lunga colorata di arancione e viola e una camicetta dell’epoca, bianca : che la rendeva amorosa... portava un copri capo sbarazzino che le dava un tono di grande piglio intellettuale ma anche di fermezza.Ma lei scusi , non ha paura a stare qui stasera? Non guardi , , alle rivolte di popolo ci sono abituata , come sa al di la delle Alpi non sono certamente delle novità... Si, si ma qui stasera e’ un vero pandemonio! La gente ci correva intorno e ci incitava a gridare a seguirli non si sa bene dove, però li dovevamo seguire e gridare con loro... Eravamo ricordo in una grande piazza , dove al centro stava montata la ghigliottina e un po’ di lato era stato montato un palco sgangherato , dove le genti montavano e gridavano le loro invettive verso le teste che cadevano. Ad un certo punto calò il silenzio . la piazza si zittì d’un colpo e d’un colpo tutta quella massa di persone tacque , con gli occhi rivolti nella direzione di quello sgangherato palco traballante, mentre un’ ultima testa cadeva nel cestone un signore alto magro ben vestito con la parrucca e il colletto bianco della camicia alzato , salì sul palco e gridò: " cittadini" il re è stato arrestato , da domani la Francia sarà libera e democratica... Un grido solo s’alzò dalla piazza: morte al re e alla regina. Ghigliottina! Ghigliottina! Oddio , qui sono tutti pazzi ma lei cosa ne pensa di tutto questo? Ma a proposito come si chiama? Elena Signore e stavo a Parigi in missione per lo Stato Vaticano, accompagno un alto Magistrato della chiesa romana... Ah! comprendo, dissi subito e io invece sono Alberto , provengo dal granducato di Toscana e commercio in tessuti... D’un tratto una carrozza passò velocissima, feci un balzo per non essere travolto e appena in tempo agguantai Elena per non farla gettare in terra dai cavalli , che correvano all’impazzata , sotto lo schioccare della frusta. Andiamo via di qui! andiamo via venga , venga con me... La presi sotto braccio e insieme ci avvinammo alla locanda dove io alloggiavo.. ma io, signore , io non posso devo andare a palazzo dove il mio superiore,.... Guardi Elena , da stasera a Parigi non c’è più niente di ciò che pensavamo vi fosse . Venga con me . Ci sistemiamo qui per stasera e domani andremo anche noi verso la nostra Libertà. Verso la nostra libertà? Ma lei crede che anche al di la delle Alpi possa avvenire... D’un tratto il cielo si fece scuro. Nuvoloni densi d’acqua iniziarono ad abitare ogni spazio lieve di luce lunare. I lampi saettavano di qua e di la impazziti fra i tuoni sordi e davvero paurosi... mamma mia! sta diluviando , venga corra andiamo sotto quella tettoia .. Ecco . almeno qui non piove... D’istinto la strinsi a me . I capelli mi carezzavano il viso e un intenso profumo di gelsomino insaporì l’aria che respiravo... la guardavo con tenerezza e mentre i miei pensieri correvano fra le valli e i borghi della mia Italia libera e democratica un forte tuono mi fece fare un sussulto... aprii gli occhi e mi guardai intorno. ecco. lo sapevo, mi sono addormentato sugli scalini di questa bella chiesa. Tutto bagnato mi incamminai verso casa , passando fra i vicoli dalle luci tremolanti di qualche lampione allentato alla base dal tempo e dalla storia. Buona notte Elena dissi a voce alta Fai un buon riposo questa notte e grazie per la compagnia.
raimondo pistoia