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BREVE RACCONTO DI GUERRA

giovedì 12 ottobre 2017, di Tobagi Admin

breve racconto di guerra

Freddo intenso stamani. L’aria sembra voglia gelare nel respiro. Le ossa stentano a distrigarsi fra i muscoli , i tendini e la voglia di muoversi. Mi sono svegliato di primo mattino e di primo mattino sono sceso fuori. Ho caricato la macchina e sono partito. Sento la radio . Notizie volanti distratto le colgo , qua e la senza interesse alcuno. D’un tratto : “stanotte gli Stati Uniti D’America hanno bombardato intensamente la Korea del nord. I missili sono partiti dai sottomarini dal mar del Giappone . Numerosi , puntuali, precisi, hanno colpito duro questo paese martoriato dalla sua storia. Ondate successive di bombardieri , seguiti dai caccia , hanno sganciato bombe , tante bombe sugli edifici sensibili , di interesse bellico, mescolati alle abitazioni.. Case crollate, muri pendenti fra i fumi disastrosi delle bombe. Genti disperate . Madri coi figli sanguinanti a correre agli aiuti. Disperati senza meta a guardare i disastri, ci saranno aggiornamenti e nelle prossime ore ascolteremo anche le dichiarazioni dei capi di Stato . Ascoltavo inebetito queste notizie così sconvolgenti e mi vennero in mente i momenti di guerra , sempre lassù, nel 1950, quando alle radio in prima serata giunse la notizia che gli Stati Uniti D’America erano entrati in guerra contro la Korea del Nord, che con ingenti truppe aveva superato il 38° parallelo e dilagava nel sud del paese. E mi tornarono alle orecchie i suoni delle campane della chiesa , forse suonate come preghiera a Dio o per disperazione . Da pochi anni il mondo era uscito da un disastroso conflitto ed quella sera tutto ci stava crollando a dosso.. Ero un bimbetto e ricordo mia madre: Gesù aiutaci te, un’altra guerra non si potrebbe sopportare! Ma no, mamma! Disse mio fratello maggiore, e’ lontana da noi . Ma anche mio padre pover uomo , stava assai serio all’ascolto di queste notizie.. Guerre, sempre guerre! Quando avremo la pace urlò mia madre piangendo dalla disperazione… Correvo con l’auto, . Fuori faceva freddo. Un gelido freddo invernale . le spazzole del tergicristallo non ce la facevano a smuovere il ghiaccio reso morbido dagli sbrinatori e con il fiato i vetri si appannavano.. Alla fine la temperatura si alzò , e dal termometro in auto vidi che era intorno allo zero. Il ghiaccio sui vetri calò assai. Aprii un po’ di finestrino e tutto si schiarì , i vetri si ripulirono dai fiati.. Ecco , ora avevo di fronte una chiara visione della strada, dei poggi laterali, di qualche casa qua e la che cominciava a svegliarsi dal torpore della notte.. fredda, carica di incognite. Risentivo dentro di me il cronista Ruggero Orlando che dall’america ci mandava le notizie delle reazioni i quei cittadini… Già, era il 1950 e L’America era entrata in guerra un’altra volta… Il mondo finì in subbuglio. Le notizie si accavallavano fra i programmi della radio e le genti d’Europa e della mia strada , questa dove ancora oggi corro in auto, a disperarsi senza comprendere il perchè.. Ecco, una mattina fredda di inverno col gelo che ingessava il fiato in gola, flussi di pensiero disperato si accalcavano all’uscita delle menti, colte da una improvvisa disperazione. Cominciò a nevicare , prima con rari fiocchi ondeggianti portati da un lieve movimento dell’aria e poi sempre più intensi, copiosi . Sento stamani la solita campana suonare. E’ l’alba . la neve continua a cadere copiosa.. Gli abeti illuminati adornano le piazze . le luci intermittenti si intravedono dai vetri delle case… Le massaie coperte da cappotti pesanti e sciarpe camminano veloci verso la chiesa.. Si celebra la prima messa di Natale. Un giorno di pace che si vive fra i pensieri di guerra. “ Ultime notizie , anche la Cina sta muovendo i propri eserciti e li ammassa ai confini della Korea . Il presidente degli Stati Uniti in un proprio dispaccio degli ultimi minuti, annuncia il lancio di missili atomici tattici sulle truppe nemiche in movimento. Sta cominciando il terzo , disastroso, conflitto mondiale. Nevica, le strade si imbiancano stamani. L’aria è ferma nel cielo fra i fiocchi di neve che calano pieno piano verso terra.. Una musica dolce proviene dalla chiesa e canti di pace si innalzano al cielo… mentre le bomBe e i missili laggiù danno il via alla disperazione. E’ Natale . E’ nato Gesù. Due lacrime mi bagnaNo il viso. Scendo dall’auto e mi incammino verso la chiesa fra le genti mute intabarrate in pesanti cappotti. Quando entro s’ode la voce del prete che troneggia fra le pAreti addobbate della chiesa che grida: PREGHIAMO.