Centro Walter Tobagi - Pisa

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LA MI PISA

vernacolo pisano

mercoledì 21 dicembre 2011, di Admin

PISA

O Dignene ma la mi Pisa o come gl’ è bella!

E’ tutta ompreta, un ni manca nulla.

Te guarda l’arno di sera a scorre sotto e ponti.

L’onde he si ‘ncrespano in ssulle rive erbose.

He poi de, varda vando passa davanti a be’ palazzi:

er Lanfranchi er Gambaorti a mezzogiorno.

Er Roncioni e l’Agostini a tramontana.

Un me ne parlà ‘sennò mi ommovo.

E poi le ase torri e vella dorce musia he di notte arriva

All’orecchie der passante, e diano he è la movida, ma a me, lo voi sapè,

vando la sento mi incita a vive e a apprezzà di più la mi città

Dimorto bella. In fondo enno e nostri giovani e domani vesta città

Sarà vella di loro e le su bellezze un avè paura un si moveranno di lì.

E stai tranquillo, anco Garibardi dalla su piazza, cor su sguardo austero,

attento alle mosse de’ pisani dirrà: ecco e mi giovani, han fatto tanto asino

Ma ppoi hai visto oggi enno vi a salutammi e a da lustro alla su Pisa.

O della torre un dici nulla. No, un dio nulla, tutti e giorni e diano vell’artri,

sembra e ci sia solo vella: a Pisa e c’è d’artro e bisogna omincià a dillo.

Astianatte Pisa (L’amio intimo di dignene)

Via la Nunziatina n° 0