Centro Walter Tobagi - Pisa

Home > Poesie > LE BOMBE D’ACQUA

LE BOMBE D’ACQUA

penzieri pisani

lunedì 21 novembre 2011, di Admin

Penzieri e riordi a cervello sbottonato

De, e un se ne polle più, ora anco le bombe d’acqua, un bastava la risi economia,
ci voleva anche l’alluvioni.
O Dignene, hai visto os’è successo, uno sfacelo: enno morti anco du bimbi!
Te e stai in via la Nunziatina, e un vedi nulla, un ti movi mai:poi indà in corso italia a fa ’na giratina,
ma laggiù un ci apità è perioloso.
Ma tutto vesto un si poteva prevedè e fa indà via la gente invece e falla morì.
Anco Genova ner centro ha avuto e su morti, un ci si pole rede.
Dice è la natura, lo scombinamento atmosferio, l’anidride arbonia, un puppurrì di ose tutte emportanti
e hanno scariato acqua a non finì.
Dice e la orpa è der Governo, de’tagli a ’omuni, e della non curanza per le ose serie.
Per me è l’omo a fa e danni, enno tutte le su illusioni di benessere.
Lo voi sapè e si stava più siuri, vando si mangiava pane e cipolle e per scardassi c’era er cardano e la mi
nonna a letto e ci metteva er trabiccolo.
E poi oh! tutte veste otomobili sempre di orsa o cosa voglian di.
Ber mi barroccio! Er mi babbo cor calesse er su ronzino.......
No, no, o Dignene, vesta è la modernità e ’ndietro u si pole più tornà.

Astianatte ( già stoia)