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LA PIPI’ IN PISA
DOVE SI VA A FA?
lunedì 21 novembre 2011, di
O Ivanne! ma te quando devi piscià e sei in centro mi dici in dove vai a falla.
Te lo iedo perchè l’artro giorno un ne potevo più, c’avevo a crampi ar basso ventre,
andai in un barre, con le mani a tenemmi la pancia e sai osa mi dissero, dopo ave fatto la onsumazione?
Noi er cesso un ce l’abbiamo se vole piscià lo vada a dì ar Sindao.
Ensomma, lo sai poi om’è finita, non un lo so, se un me lo dici? De te lo dio si:
Sono ito in Comune, ma er cesso varda aso era ’ntasato.
Allora di orsa, via in Provincia. Lì meno male e c’era un convegno: n’ho dato er doumento e via di volata in sulle scale.
O t’ho fatto ’na pisciata che è durata un quarto d’ora.
Bello però vando ci si sente belli voti !
Bello ’na sega, a Pisa e un si pole più piscià.
Lo sai osa ti dio, era meglio vando c’erano ve bei cessi, scorpiti in ferro.
Le trovavi in ogni strada e velli delle prostate stavano ar siuro dar non pisciassi a dosso.
A parte ver puzzo di creolina che ’nebriava le strade e anco le ase, per er resto
eran proprio na bella osa: armeno si pisciava.
Però anco all’epoa c’era un probremino: vello delle donne, loro un la potevan fa.
E’ vero, Ivanne, era osì,a quer probrema un s’è mai trovata la soluzione e oggi stai a vedè ve be’ cessi
tutti in ferro lavorato a mano e l’hanno torti per mantenè efficiente er criterio delle pari opportunità:
e ci si piscia tutti a dosso donne e omini, hai voglia te di lavà e panni!
Astianatte