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LE POLITIVCHE GIOVANILI A PISA

Il Rebeldia

sabato 19 giugno 2010, di Admin

Pisa è una città universitaria, che conta, come sappiamo, ben tre università, le quali sommano qualcosa come venticinque, trentamila studenti, tantissimi di questi fuori sede e quindi abitanti a Pisa fino al termine dei loro corsi di studio. E’ ovvio che si ponga, come del resto sii registra ampiamente, il problema di ricercare politiche giovanili, rispondenti almeno in parte, alle tante necessità di tutti questi giovani, ivi compreso il tempo libero, con il quale, ormai da tempo indeterminato, la città sta facendo i conti.
Ritengo però che anche i nostri giovani debbano fare chiarezza su ciò che vogliono essere per la nostra città, e cosa intendono fare per migliorarla con il loro comportamento. E’ vero che in città mancano gli spazi per i giovani e per le loro associazioni a cui hanno dato vita ormai da tempo. Il comune sta lavorando ormai incessantemente, per ricercare spazi e sedi adatte alle loro necessità e, questo, ritengo debba essere riconosciuto, senza se e senza ma. C’è poi l’analisi sullo stato attuale che qualche perplessità la crea. Per esempio non v’è certezza sulle reali finalità di questi gruppi di giovani, che chiedono assai alle pubbliche Amministrazioni, dando ad esse poi in cambio proteste, rivendicazioni, comportamenti spesso anche violenti, che poco hanno a che vedere con finalità culturali finalizzate al tempo libero.
Insomma chiarezza va fatta se vogliamo in città intraprendere un costruttivo percorso di idee e di concrete scelte, che diano ai nostri giovani risposte ai loro bisogni. Per fare questo, ovviamente, serve il concorso di tutti gli Enti locali, , non esclusa l’Università, la quale, proprio perchè "Ente" maggiormente coinvolto, non può esimersi dal contribuire aLLA SOLUZIONE DEL PROBLEMA, che non è di poco conto.
La città e la propria Amministrazione hanno necessità di condurre in porto il programma di mandato, e incontrano tantissime difficoltà causate per lo più dai numerosi tagli finanziari messi in atto da questo Governo, nei riguardi del quale, forse ci vorrebbero davvero maggiori proteste, invece ce la prendiamo sempre con chi le colpe davvero non le ha. Vi sono in città condizioni in essere che devono essere rimosse per dare inizio ad una nuova fase urbanistica della città. Anche in questo bene farebbero i nostri giovani e le proprie organizzazioni a manifestare tutta la loro sensibilità verso il problema e contribuire davvero a rendere la città più vivibile e meno chiusa nei riguardi delle delle sue reali prospettive di crescita economica e sociale.
Insomma penso che la città stia chiedendo ai suoi giovani di crescere e di dimostrasi all’altezza di una condizione sociale ed economica della città, che richiede anche il loro contributo.