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canoni demaniali
impresari che protestano
venerdì 24 novembre 2006, di
Il problema dei canoni demaniali fatti pagare ai gestori delle aree balneabili è un pò di tempo che fa discutere. Già il passato Governo aveva in mente un drastico aumento di questi canoni che, rispetto ai costi che si deve sobbarcare l’utenza per vivere una vacanza in spiaggia, sono abbastanza irrisori: si va dai 500 o 600 euro l’anno per le aree gestite dalle associazioni a carattere sociale, ad un massimo di 13- 14 mila euro per le aree gestite dai privati. Insomma nella media con tutta probabilità non si va oltre i 5 o 6 mila euro l’anno. Se si tiene presente quanto ci costa un giorno in spiaggia, si fa presto a comprendere che il piatto della bilancia è assai pendente dalla parte di chi gestisce le spiagge. Vero è che le spese sono tante e i costi dei servizi e delle tasse locali e nazionali non sono pochi. Per questo bene faremmo a dare al nostro erario un’ unica immagine e non sette od otto così come appare oggi. Il cittadino deve rispettare lo Stato e le sue norme. Anche lo Stato però, nelle sue varie sfaccettature, dal Governo alle Regioni, dai Comuni alle gestioni private delle proprie aziende, deve trovare un serio equilibrio nel chiedere ai cittadini tasse e tributi. Per concludere questi aumenti, visti a se stanti, sono giusti e opportuni. Sommati però a tutte le numerose tasse, tassine e tributi che un impresario privato è costretto a pagare all’erario, la cosa assume connotati assai diversi e discutibili